Carte ancora coperte a quaranta giorni dal voto amministrativo e il paese appare sempre più spaccato in due.
Se le notizie ufficiali latitano, più semplice è raccogliere voci di corridoio, che di solito sono bene informate.
Per esempio sul fatto che starebbe per riproporsi un duro faccia a faccia, già visto altrove, tra Giorgio Piccolo e Marco Magrini.
Faccia a faccia
Il primo è stato presidente della Comunità montana Valli del Verbano e per due mandati sindaco di Cuveglio; anche il secondo ha guidato l’ente comunitario e in più il comune di Cassano. Piccolo non ricopre al momento ruoli politico-amministrativi, Magrini è consigliere provinciale con delega alla viabilità. Di loro si parla in paese da qualche giorno come avversari dopo un primo tentativo di mediazione per far convergere i consensi su uno dei due. Tentativo evidentemente fallito. Da qui la possibile formazione di due liste che, però, sarebbero ancora di là da trovare una loro definizione per un motivo tanto semplice quanto noto: la carenza di cittadini, in particolare giovani, disponibili a candidarsi. È un ritornello che si ripete a ogni tornata elettorale in tante realtà della Valcuvia. Due i motivi, più volte sottolineati con rammarico dagli stessi sindaci uscenti: da un lato l’esiguità della popolazione (con 300 abitanti, Masciago è il comune più piccolo della provincia di Varese dopo la vicina Duno, che ne presenta meno della metà) che ne limita di conseguenza il ventaglio delle candidature; dall’altro l’interesse sempre più ridotto delle nuove generazioni verso l’impegno politico.
Dalla stessa Masciago a Castello Cabiaglio a Brinzio, solo per fare qualche esempio, primi cittadini uscenti e in carica confermano un dato incontrovertibile: fare il sindaco richiede energie e disponibilità.
Nessun compenso, nessun orario, supporto limitato se non addirittura nullo da parte degli uffici nel dirimere problematiche fuori dall’ordinaria amministrazione, limitatissima possibilità di azione in conseguenza degli scarsi trasferimenti finanziari da parte dello Stato e, in cima a tutto, importanti responsabilità anche sul piano penale per qualsiasi accadimento che riguardi il paese.
Esauriti i due mandati a disposizione di Vincenzo Maffei, abile ricucitore delle divisioni che si erano manifestate in paese, un anno fa l’unica lista che si era presentata alle amministrative di Masciago aveva espresso col 72,4 per cento di preferenze il sindaco Fabrizio Parini, 38 anni, dalla vicina Rancio dove risiede e svolge l’attività di geometra.
Volto nuovo in una lista di volti nuovi, ma dopo soli otto mesi di mandato ha dovuto lasciare per motivi personali e a metà febbraio scorso è arrivato il commissario prefettizio Federica Crupi.
Poi il lockdown, la sostanziale chiusura degli uffici comunali e, alla ripresa delle attività, la ricerca quasi disperata di un nuovo candidato sindaco. Che, a questo punto, potrebbero anche diventare due.
Riccardo Prando