Simone Rigamonti, 42 anni, candidato sindaco del M5S alle elezioni di Legnano, il suo movimento ha ormai sdoganato le alleanze con gli altri partiti, ma a Legnano correte ugualmente da soli alle elezioni comunali.
«Sì, abbiamo fatto questa scelta per avere un riscontro diretto circa la nostra rappresentatività sul territorio. Spesso ci viene infatti rinfacciato che le alleanze snaturano la nostra realtà, ossia di essere un movimento di cittadini comuni con ideali di trasparenza e legalità molto accentuati. Siamo comunque consci che correre da soli è una scelta coraggiosa, ma c’è bisogno di confrontarsi con il territorio e di non avere condizionamenti».
Che obiettivo vi siete dati?
«Sappiamo che il nostro movimento come forza di governo in questo momento è criticato e non siamo illusi: non avremo il 51% al primo turno. L’obiettivo minimo è semmai di avere una rappresentanza in consiglio comunale in modo da vigilare sull’operato del Comune per evitare che si ripetano situazioni sgradevoli».
In estrema sintesi: perché i legnanesi dovrebbero scegliere voi?
«Chiediamo fiducia ai legnanesi perché promettiamo una gestione della cosa pubblica totalmente trasparente ed escludiamo qualsiasi interesse personale. Inoltre vogliamo ridare equità e dignità ai cittadini, nessuno escluso. Il nostro dogma è infatti che nessuno resti indietro».
Quali le cose principali che vi distinguono dagli avversari?
«Su Legnano non si può dimenticare la situazione da cui arriviamo: un commissariamento di 18 mesi e un sindaco, un vice sindaco e un assessore condannati in primo grado per fatti avvenuti durante il loro mandato. La legalità e la trasparenza sono per noi due punti irrinunciabili: per questo non possiamo candidare persone con procedimenti passati o pendenti, una condizione che solo noi chiediamo. E poi credo che siamo il gruppo maggiormente attento alle esigenze reali dei cittadini e quello completamente slegato da interessi economici. Del resto non abbiamo sponsor».
Al ballottaggio farete pesare i vostri voti?
«Sicuramente non appoggeremo il centrodestra perché non possiamo sostenere una coalizione che non ha mai veramente rotto con il passato. Eventuali indicazioni di voto o apparentamenti li valuteremo dopo il primo turno anche se, ripeto, l’obiettivo è evitare che il centrodestra riprenda in mano la città».
Che Legnano ha visto nell’ultimo anno e mezzo?
«Una città in difficoltà: siamo stati noi legnanesi i primi a essere condannati a 18 mesi di immobilità, con un’amministrazione della città chiamiamola di sopravvivenza. Poi a tutto questo si è aggiunto il coronavirus che ha accentuato tutta una serie di problemi per il lavoro, la casa, il commercio e le aziende. E ora c’è la necessità di traghettare Legnano fuori da questa situazione affidandosi a persone capaci».
E che campagna elettorale è stata fino adesso?
«Per ora mi sembra che il clima sia stato abbastanza pacato e di reciproco rispetto. Però mancano ancora due settimane al voto e credo che le frecce veramente avvelenate saranno scoccate negli ultimi giorni».
Luca Nazari