Matteo Renzi arriva puntale all’appuntamento di ieri sera, mercoledì 9 settembre, al teatro Giuditta Pasta di Saronno per la presentazione del suo libro “La mossa del cavallo”. È reduce dall’incontro di Mantova ma non si sottrae alle domande dei giornalisti e, all’inizio, lascia campo libero sul palco al candidato sindaco alle elezioni di Saronno Pierluigi Gilli intervistato dal giornalista Paolo Del Debbio mentre in platea si siedono politici e gente comune, i parlamentari Gianfranco Librandi ma non Maria Chiara Gadda rimasta a Roma.
Battute e risate
Renzi entra in campo e gioca subito sul colore delle poltrone: nera per lui, rossa per Del Debbio («ti ci trovi bene eh»). Prima però spiega come la pensa sulla provincia di Varese «storicamente della Lega, dove però ci siamo tolti la soddisfazione di vincere nel capoluogo con Davide Galimberti e speriamo di fare il bis l’anno prossimo». E se ancora non fosse chiaro il ruolo di Italia Viva, eccolo spiegato, partendo proprio da Varese: «Questa è una terra impegnativa ma la gente dimostra con i fatti quello che ci vuole per ripartire ed è quello che vogliamo noi: il lavoro. Non il reddito di cittadinanza votato anche dalla Lega, ma il lavoro».
Renzi non le manda a dire al leader del Carroccio («sono contento di averlo mandato a casa»): «Penso che se Salvini fosse stato il presidente del Consiglio non avrebbe i 209 miliardi di euro che invece abbiamo portato a casa dall’Europa. Le sue battutine da cabaret (come quella su Librandi, ndr) le può tenere per i suoi spettacoli dal vivo che è l’attività in cui è più forte che non fare il ministro. Non è nelle sue corde governare». Dunque da Saronno arriva un messaggio chiaro, perché qui nasce e si presenta alle elezioni un nuovo centro che mette d’accordo Italia Viva, Azione di Calenda, +Europa e altre forze civiche. È il caso di replicare? Chi si aspetta il Renzi guascone rimane deluso, perché lui preferisce giocare di fioretto: «Mi sembra tutto prematuro. Ora siamo di fronte alla partita su Saronno e vediamo di giocarla bene. Poi c’è il futuro che è tutto da scrivere. Ma se Gilli va al ballottaggio vince lui. La fregatura vera è al primo turno».
Elezioni, Saronno poi Varese
Nel domani di Saronno, della provincia di Varese e dell’Italia un ruolo importante avrà la nuova legge elettorale anche se il cittadino comune non si rende conto. Ma è qui che si può combattere la vera battaglia per la democrazia e non la tattica per contare di più. Lo sa il leader di Italia Viva che si augura di fare una legge «per dare un capo del governo eletto in maniera diretta, scelto dal cittadino, che possa governare per cinque anni senza il sistema di pesi e contrappesi che adesso blocca tutto».
Come arrivarci? Semplice, Renzi chiede la verifica subito dopo il referendum e il turno elettorale del 20 e 21 settembre. Adesso però parliamo «di lavoro, di scuola e di salute». Senza grandi scossoni perché il politico toscano è scaltro nel tenere ben saldo quel pezzo di potere che ancora detiene dopo avere utilizzato come un bus (camper?) il Partito democratico: «La legislatura dura fino al 2023 e spero che duri anche il governo. Del referendum, invece, mi conviene non parlare fino al 2127 visto quello che è successo l’altra volta ma l’attuale proposta è uno spot, non è una riforma, è un trailer, quello che dicevo io era un film».
Il resto è il racconto sugli ultimi anni di politica italiana e il messaggio molto pragmatico del candidato sindaco Pierluigi Gilli: «Torniamo alla normalità». Il pubblico a teatro, circa 350 persone, applaude. E spera che non sia solo uno show ben congeniato. Quando si apriranno le urne tra undici giorni si saprà.
S.Pa.