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Legnano dopo il voto: le responsabilità di Radice

7 Ott 2020 | Amministrative 2020, LEGNANO

 

Le aspettative sono alte, anzi altissime. E non riguardano solo Legnano e i legnanesi, ma anche gli altri 21 Comuni della zona omogenea dell’Alto Milanese che naturalmente guardano a Legnano come a un punto di riferimento. Non è un caso che tra i primi a congratularsi con Lorenzo Radice del risultato ottenuto al ballottaggio ci siano stati diversi sindaci del territorio: una telefonata per complimentarsi, ma anche per ricordare il ruolo naturale cui Legnano si è sottratto nel 2017, quando la giunta di Gianbattista Fratus aveva scelto una strada diversa rispetto a quella del dialogo che era stata impostata da Alberto Centinaio.

La ricostruzione dopo il voto

Legnano non può imporre il suo ruolo di punto di riferimento: lo deve ricostruire nell’ambito di un processo di confronto con le altre amministrazioni. In questi 16 mesi di commissariamento a rappresentare il territorio ci sono stati il presidente del patto dei sindaci dell’Alto Milanese Walter Cecchin (sindaco di San Giorgio su Legnano) e i consiglieri metropolitani Sara Bettinelli (sindaco di Inveruno, centrosinistra) e Raffaele Cucchi (sindaco di Parabiago, centrodestra). La città di Legnano, con i suoi 62mila abitanti è rimasta in disparte.

La città senza confini

Il tema è stato affrontato anche nell’appuntamento elettorale che la scorsa settimana si è svolto in via Marconi, il primo a parlare della necessità di collaborare è stato il sindaco metropolitano Giuseppe Sala: «Vista dall’altro la nostra è una città senza confini – ha detto Sala -. Milano e le amministrazioni della Città metropolitana devono ragionare insieme per risolvere problemi comuni: ad esempio a Milano ci sono 200mila studenti universitari, ma l’affitto delle case è carissimo. Nulla impedisce che questi studenti possano trovare alloggio a Legnano».

Nulla impedisce, ma per riuscire a cogliere questa e altre opportunità bisognerebbe iniziare a confrontarsi: quanti studenti hanno bisogno di che genere di alloggi? La rete dei trasporti sarebbe in grado di reggere questo pendolarismo? Come lavoreranno le università dopo l’emergenza Covid? Tra due amministrazioni di identico colore il confronto è più facile, anche per questo bisogna fare in fretta. Milano voterà in primavera, per mettere le basi di una collaborazione dovranno bastare sei mesi, che in politica non sono tanti. Anche per questo i sindaci del territorio stanno addosso a Radice: bisogna ripartire da dove ci si era fermati tre anni fa. Se non altro per coordinare meglio gli sgomberi degli abusivi e le multe per divieto di sosta, tanto per citare alcune delle piccole grane che in questi ultimi anni hanno contribuito a creare un po’ di ruggine tra Legnano e San Giorgio.

Durante la campagna elettorale Radice ha dimostrato di avere le idee chiare, Legnano deve recuperare il ruolo che gli compete, e che gli altri amministratori gli riconoscono di diritto. Tra le responsabilità del nuovo sindaco c’è quindi anche quella di andare oltre i confini della città che è stato chiamato ad amministrare, riprendendo le fila di un territorio che pur essendo tra i più ricchi d’Italia negli ultimi trent’anni ha sofferto più di altri l’evidente mancanza di una regia. «La strada sarà quella del dialogo – ha spiegato a più riprese il nuovo sindaco durante la sua campagna elettorale -. Ogni decisione dovrà essere condivisa». L’impostazione è agli antipodi rispetto a quella di Fratus, secondo la quale Legnano era Legnano e decideva da sola in virtù del suo peso specifico, ma è simile a quella di Centinaio che ad esempio aveva affrontato l’emergenza migranti creando un protocollo che poi ha fatto scuola nelle prefetture d’Italia.

Ventidue Comuni

La partita non è di poco conto: se la Città metropolitana di Milano conta oltre 3 milioni di abitanti, nei 22 Comuni che fanno capo alla zona omogenea dell’Alto Milanese abitano poco meno di 259mila persone. Per quanto riguarda i Comuni che come Legnano e Parabiago si affacciano sulla Statale del Sempione, la dipendenza da Milano è evidente: da qui la necessità di un confronto su trasporti, strategie, innovazione.

L’augurio dei sindaci è che Radice non perda quel “coraggio di immaginare” che ha dimostrato durante la sua campagna elettorale, aprendo un confronto di largo respiro con la metropoli. Una bella responsabilità, per chi come prima cosa ha il compito di rimettere in moto una città che è stata ferma per troppo tempo e che oggi è costretta a fare i conti con decine di problemi urgenti. Quelli più piccoli potranno essere affrontati e risolti qui, ma per tutti gli altri (dai treni alle grandi aree dismesse, tanto per citare due esempi), servirà comunque quello sguardo dall’alto di cui ha parlato Sala.

Luigi Crespi

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