Questo va a dire il segretario nazionale del Partito democratico Nicola Zingaretti alle quasi cinquecento persone che all’ora dell’aperitivo si ritrovano in piazza Mazzini. Il suo racconto convince la platea. Che si emoziona. E applaude. Crede in lui e in Augusto Airoldi, il candidato sindaco del centrosinistra che tallona molto da vicino il primo cittadino uscente Alessandro Fagioli (Lega).In tanti, a questo punto, lo vedono favorito. Sul palco riceve la “benedizione” del capo del suo partito e del numero uno della giunta milanese Beppe Sala.
La bellezza della politica
«Mi auguro che si scelga il sindaco migliore ed è quello che ha proposto il centrosinistra». Sorride Zingaretti dopo l’intenso tour elettorale che l’ha visto poco prima a Voghera. Spiega così la sua ricette: «In un momento in cui l’Italia è divisa tra scetticismo e speranza, noi non vogliamo cavalcare la paura per raccattare voti. Noi siamo quelli che combattono le paure. E penso che questo sforzo, se lo facciamo tutti insieme, sia possibile».
Parla di «rinascita italiana» il leader dei dem. E lascia fuori dalla porta le liti interne alla sua maggioranza e il rapporto non sempre granitico con i 5 Stelle al governo. A chi gli fa presente queste asperità risponde sornione: «Io credo nella bellezza della politica che mette sempre al primo posto la ragione». A fianco ha il senatore Alessandro Alfieri e il segretario provinciale Giovanni Corbo, consiglieri comunali, amministratori della zona, vecchi e nuovi comunisti, gente dell’oratorio, partigiani e tanta gente comune.
Una via d’uscita
Potrebbe cantare vittoria dopo il primo turno delle amministrative e le regionali concluse 4-3 rispetto al 7-0 che prefigurava Matteo Salvini, ma va cauto pur se anche in provincia di Varese la coalizione ha realizzato una buona performance. «In questi casi bisogna essere corretti e dire la verità, soprattutto sotto campagna elettorale, il nostro risultato è un insieme di fattori, non è solo frutto dell’insuccesso degli avversari. Significa che il Pd è tornato a essere una forza politica centrale della democrazia italiana, aperta unita e unitaria. È una certezza».
Quindi snocciola con convinzione lo Zingaretti-pensiero: «Il Pd è la forza che ha lavorato per rimettere l’Italia al centro dell’innovazione europea, mentre le forze di destra, in particolare la Lega, sono capaci solo di raccontare i problemi degli italiani, di descriverli, di usarli ma non di risolverli. In mano alla destra nazionalista l’Italia sarebbe finita succube di logiche isolazioniste che avrebbero messo il Paese in serio pericolo».Ecco perché il Pd si concentra «a mostrare una via d’uscita agli italiani».
Idee folli e solitudine
Una delle strade possibili è quella dell’aggregazione con le componenti civiche in occasione delle elezioni amministrative. Per il segretario del Pd anche in questo caso, come sul tavolo nazionale, «vince la coalizione che dà speranze e le trasforma in certezze». Ribadisce: «Oggi la destra non ha una proposta politica per l’Italia ma solo idee folli per distruggere l’Europa creando odio, egoismo e solitudine».
La forza del centrosinistra, secondo Zingaretti, anche sul piano locale è «la capacità di essere comunità che ricerca l’aiuto dell’altro. E questa idea la rappresentiamo noi» perché in gioco, lo scandisce dal palco, «non c’è il destino di un uomo che è il candidato sindaco ma il futuro di famiglie, imprese, giovani, anziani, lavoratori. Per sognare e costruire insieme una città migliore».
Finisce il comizio e il popolo di centrosinistra se ne va a casa con una convinzione, espressa a più riprese da Augusto Airoldi sul palco: «Non lasciamo perdere».