Una stoccata agli avversari per iniziare e un appello al voto per concludere: «Votateci, perché siamo i migliori, ma comunque andate a votare», ha esortato Maria Teresa Perletti, candidata in vista delle elezioni di Cuggiono dell’omonima lista di centrodestra, la quale – parole sue -, «non si nasconde dietro a false civiche», ma rappresenta anzi tre partiti: Lega, Forza Italia e Noi con l’Italia, formazione di centro di cui sono espressione Maurizio Lupi e Raffaele Cattaneo.
Elezioni Cuggiono: un voto contro l’astensionismo
Durante la presentazione dei candidati in piazza San Giorgio la seconda stoccata è stata appena accennata da Alessandro Marzullo, da un paio di mesi coordinatore di Forza Italia, quando ha definito con l’eufemismo “burrascosa” l’interruzione anticipata del primo mandato di Perletti, sfiduciata a febbraio da una parte della maggioranza oggi componente la lista Prima Cuggiono e Castelletto, dove il nome di Fratelli d’Italia non compare, ma colori e grafica del simbolo dicono tutto.
Curzio Trezzani, commissario della sezione locale della Lega, che nel frattempo si è pressoché svuotata della vecchia guardia, andata a sostenere un’altra civica, Agorà, che candida un ex leghista della prima ora già dissociatosi ai tempi del secondo governo Berlusconi, rincara: «Siamo qui per portare a termine un lavoro bene fatto, ma bruscamente interrotto», ha sottolineato. Luca Del Gobbo, coordinatore di Noi con l’Italia, ha auspicato di per crescere «una classe dirigente competente e capace». Gli ha fatto eco Gianluca Comazzi, consigliere regionale di Forza Italia: «Casta con l’anti politica di marca pentastellata. Il sindaco qui a Cuggiono è pagato poche centinaia di euro al mese per lavorare 14 ore al giorno in Comune. Avanti così e in politica ci andranno solo i ricchi e gli incompetenti che non hanno altro da fare».
Fabrizio Cecchetti, deputato in Parlamento per la Lega, partito di cui erano presenti anche la consigliere regionale Silvia Scurati e l’europarlamentare Isabella Tovaglieri, ha ampliato il discorso ai consiglieri comunali «che fanno notte per approvare il bilancio senza prendere un centesimo e spesso neanche un grazie». Infine l’appello al voto: «Di quattro compagne elettorali è questa la più faticosa», ha ricordato Perletti: «L’altra volta la spuntammo per 17 voti, ma a vincere davvero fu l’astensionismo. Oggi a maggior ragione corriamo lo stesso rischio. Molti dicono di non volere andare a votare per paura del Covid. Altrettanti però si lamentano e millantano di avere la ricetta in tasca. Li incontravo e offrivo loro un posto in lista per vedere quali scuse inventassero. Ne ho da scriverci un libro».
Carlo Colombo