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Elezioni Legnano: sette candidati sindaco a confronto

2 Set 2020 | Amministrative 2020, LEGNANO

 

Un po’ di pepe alla fine ha provato a metterlo Alessandro Rogora dei Verdi: «A Legnano dobbiamo smetterla di essere provinciali e scimmiottare Milano. In passato ci sono state iniziative ridicole e invece dobbiamo valorizzare la nostra identità e la nostra storia». Il primo confronto pubblico tra i sette candidati alla poltrona di sindaco di Legnano (seguiranno altri sei incontri in varie zone della città) è andato in scena nel tardo pomeriggio di ieri al museo Cozzi-Alfa Romeo di viale Toselli e aveva per tema la cultura. Ma non è stato terreno di particolare scontro dato che tutti si sono detti più o meno d’accordo: appunto la cultura è qualcosa da valorizzare e che può creare anche ricchezza materiale.

Sindaco Legnano: la cultura al centro

A fare gli onori di casa Elisabetta Cozzi, figlia di Pietro, il creatore del museo, la quale ha esordito affermando che «per noi la sfida è dimostrare che con la cultura si mangia». Quindi cinque parole chiave, abbinate sempre alla parola “cultura” e proiettate affinché i candidati formulassero le loro riflessioni: territorio, rete, economia, etica e divertimento.
Ha cominciato Lucia Bertolini della Sinistra sottolineando che occorre portare occasioni di cultura anche al di fuori dei luoghi canonici per toccare tutti i quartieri: «E poi servono più spazi per fare esprimere i giovani». Il civico Franco Brumana ha spostato da parte sua l’attenzione sui luoghi simbolo di Legnano che esprimono identità e bellezza e rilanciato una vecchia idea: creare un museo della bicicletta in una città che è famosa in tutto il mondo per le sue due ruote. Franco Colombo, che corre con la sua lista civica e che è stato assessore alla Cultura nella giunta Fratus, ha rilanciato a sua volta la necessità di fare investimenti «per dare la possibilità ai nostri giovani di crescere. Io punterei anche a valorizzare il teatro Legnano che uno straordinario strumento».

«Vogliamo una città policentrica»

Molti gli spunti messi sul piatto da Lorenzo Radice (centrosinistra): «Vogliamo una città policentrica con una cultura diffusa. Per questo al parco Falcone e Borsellino non faremo una biblioteca in vetro e cemento, ma ne faremo una degli alberi e porteremo invece i servizi della biblioteca nei rioni creando centri civici». Poi le idee di un forum delle associazioni culturali e il convinto assenso sia alla Fondazione del Palio che ai grandi eventi che possano creare una rete e un indotto sul territorio. E infine i temi dell’Olona (anche il fiume può essere declinato in occasioni culturali) e del centenario della nascita di Felice Musazzi che cadrà nel 2021.
Simone Rigamonti (5 Stelle) ha fatto invece notare come tutti parlino ora dell’importanza della cultura, ma le passate amministrazioni non abbiano fatto molto in merito. E ha chiosato: «Bene la Fondazione del Palio, ma non si creino posti di potere con scarsa controllabilità». Rogora dei Verdi ha affidato il suo pensiero ambientalista a una storia d’altri tempi, quando il lavoro si tramandava di padre in figlio. E infine Carolina Toia del centrodestra ha messo in risalto come la cultura oggi rappresenti il 5 per cento del Pil nazionale: per questo vale la pena investire. E Legnano ha più di un’occasione.
Luca Nazari

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