Un’ora abbondante per Matteo Salvini in piazza San Magno ieri pomeriggio, mercoledì 16 settembre. Il leader leghista arriva alle 15.30 e se ne va dopo un bagno di folla, sotto il sole caldo di questo pazzo settembre. Scappa da Legnano inseguito dal popolo dei selfie. Il suo programma prevede altri incontri in altre città d’Italia in questa rutilante campagna elettorale.
Il sostegno di Salvini a Toia
Lascia la piazza dei cinquecento (tante sono stimate le presenze) annunciando a chiare lettere che il suo sostegno va «al candidato migliore (Carolina Toia, ndr), al programma migliore e alla squadra migliore». Poi sottolinea: «Qui vinciamo subito». L’atmosfera è quella della festa tra le bandiere che sventolano e le canzoni in sottofondo. Nessuno fa cenno all’arresto del sindaco Gianbattista Fratus di un anno e mezzo fa e alla sua condanna in primo grado.
D’altronde tempo fa era stato lo stesso Salvini a ergersi a difesa del primo cittadino leghista, più vittima che colpevole, secondo lui, finito nel tritacarne mediatico-giudiziario che il capopopolo leghista proprio non sopporta, tanto che dal palco ricorda il suo processo per gli sbarchi e ironizza: «Devo decidere che vestito mettere ma sarò elegante quando andrò di fronte ai giudici, fiero di aver garantito la sicurezza del mio Paese, colpevole di aver difeso l’Italia». Applausi. Ed entusiasmo. Che il candidato sindaco di centrodestra Carolina Toia si augura trascini la coalizione verso la vittoria, «speriamo al primo turno, le sensazioni sono positive».
«Un’elezione alla volta»
Intanto, però, la Lega ha da sciogliere il nodo di Varese. A Saronno, un paio di settimane fa, per la campagna elettorale del sindaco Alessandro Fagioli, Salvini aveva riaperto i giochi sul capoluogo chiamando in causa la sezione dopo che l’ex ministro dell’Interno e governatore della Lombardia Roberto Maroni si era detto disponibile alla discesa in campo. Ora, dopo che la prescelta dalla base Barbara Bison si è fatta da parte «con passo in diagonale» (come dice lei), sembra ovvia la scelta del Bobo nazionale. Ma Salvini non si sbilancia: «Ora siamo a Legnano e parliamo di Legnano, un’elezione alla volta». Per una parola definitiva bisogna attendere. Dopo le elezioni di domenica e lunedì potrebbe esserci l’annuncio su Varese. D’altronde il Carroccio ha abituato alle sorprese.
Il sì ribadito sul referendum
Così come bisogna essere pronti a tutto sul referendum. Proprio in questi giorni i colonnelli del Carroccio si sono espressi per il “No” con Giancarlo Giorgetti e con il governatore della Lombardia Attilio Fontana. Salvini, invece, tira dritto: «Ribadisco il mio sì. Non sono come Matteo Renzi che cambia idea». Fatte queste sottolineature il segretario federale della Lega si concede alla piazza con un comizio breve ma incisivo e una lunga sfilza di foto e dediche insieme a Carolina Toia. La gente leghista apprezza e stravede per lui, dai giovanissimi ai pensionati.
Tutti a osannare il leader che annuncia, se ci fosse lui, la pace fiscale fino al 31 dicembre e diritto di poter andare a scuola «avendo un banco». Per questo annuncia la presentazione della mozione di sfiducia contro la ministra Lucia Azzolina, mena fendenti contro il presidente dell’Inps abituato non allo «smart working» ma al «no working» e non si pente di aver mollato i grillini a metà percorso. «L’era miga pusibil sta lì con il Toninelli e il Di Maio. Ghe la fasevi pu». Usa il dialetto per far capire alla gente del Nord che il dna della Lega non è cambiato. Anche se adesso è il primo partito nazionale.
Silvestro Pascarella