Nessun apparentamento, ma un patto civico da stringere con chi non vuole riconsegnare Legnano al centrodestra. Lorenzo Radice ha preso la sua decisione ieri sera, dopo una lunga serie di frenetiche consultazioni che l’hanno tenuto impegnato per due giorni. Se Carolina Toia si presenterà al ballottaggio contando solo sulla sua squadra, Radice farà altrettanto.
«Abbiamo contattato tutti, nessuno escluso – afferma il candidato del centrosinistra -. Noi offrivamo un confronto sui programmi e sui contenuti, molti ci rispondevano chiedendo poltrone. Mi spiace, ma meglio andare da soli: il rischio sarebbe stato quello di vincere per poi ritrovarsi con una città ingovernabile». Mancano da mettere a punto gli ultimi dettagli, ma la strategia che si sta delineando nelle ultime ore è la seguente: Radice alle urne da solo con il Pd e le due liste civiche che lo sostengono, poi chiunque vorrà aderire al patto (i cui contenuti sono ancora in fase di definizione) sarà il benvenuto.
Ballottaggio Legnano, un gioco pericoloso
Di fatto, la decisione è stata presa nel corso di una riunione che si è tenuta mercoledì sera nella sede del Pd: apparentarsi con le civiche di Franco Brumana o con il Movimento cinque stelle avrebbe significato inevitabilmente concedere dei seggi nel consiglio comunale: in caso di vittoria, nella maggioranza di Radice avrebbero dovuto trovare spazio anche Antonio Guarnieri (il più votato di Legnano Cambia) e Simone Rigamonti (il candidato sindaco dei Cinque stelle). Qualcuno però non era d’accordo: Brumana è stato il primo a dichiarare che sosterrà Radice, perché sacrificare seggi per ottenere qualcosa che di fatto il Pd ha già in tasca?
Anche per Rigamonti il discorso è stato lo stesso: meglio tenersi stretti i seggi in consiglio, così da garantire alla nuova giunta i numeri per poter lavorare con serenità. Così gli incontri che Radice ha avuto ieri sono andati tutti nella stessa direzione: no agli apparentamenti, no alle poltrone, sì ai confronti sui contenuti e sui programmi. Chi si era già speso in suo favore è rimasto spiazzato: l’appoggio era stato offerto per arginare il vantaggio del centrodestra, ma in cambio ci si aspettava di poter incidere sulle scelte dell’esecutivo, o almeno di poterne controllare l’operato. Il che in soldoni significa che qualcuno si aspettava un posto in giunta, o quantomeno nel consiglio comunale. «Credo di essere stato molto chiaro – afferma Radice -, soluzioni del genere non ci possono andare bene. Prima di tutto dobbiamo garantire le condizioni di governabilità, altrimenti vincere sarebbe inutile».
Tra i potenziali alleati qualcuno si è tirato indietro e ha accettato di discutere il patto civico «per il bene della città», qualcun altro invece ha storto il naso e ha preso tempo, confidando nel fatto che da qui alle urne la strada è ancora lunga. Toia ha ottenuto il 41,35% dei consensi, Radice il 31,59. Dieci punti di differenza non sono pochi, da qualche parte il centrosinistra dovrà pure recuperarli. Con i suoi no Radice ha dato inizio a un gioco pericoloso, adesso bisogna vedere fino a che punto gli altri cinque candidati siano pronti a rilanciare. Tra le ipotesi, anche quella che vedendosi fuori dai giochi i loro elettori decidano semplicemente di starsene a casa, facendo indirettamente un favore al centrodestra.
Patti chiari fin da subito
Per questo Radice vuole essere chiaro: «Non faremo apparentamenti – dice -, ma questo non significa che non ascolteremo le giuste rivendicazioni di partiti e liste civiche che hanno visto i loro candidati esclusi dal ballottaggio. Per poter dire la propria non è necessaria una poltrona, confermo il mio impegno ad ascoltare tutti e a garantire il rispetto dei punti su cui raggiungeremo un’intesa». Come a dire: il patto civico sarà un accordo tra gentiluomini, in questa fase delicatissima bisogna andare anche un po’ sulla fiducia. I cinque candidati hanno ancora qualche giorno per pensarci, il termine di oggi vale solo per gli apparentamenti ufficiali. Ipotesi che a questo punto ormai è definitivamente tramontata.
E Toia? mentre il centrosinistra mette a punto le sue strategie, il centrodestra zitto zitto segue la rotta che è stata tracciata mercoledì: nessuna alleanza, avanti da soli con le proprie forze puntando soprattutto ad ampliare il consenso tra la gente. Per farlo, Toia sta incontrando singoli cittadini, gruppi e associazioni, in una girandola di appuntamenti che ha come obiettivo sopratutto quello di conquistare i voti di chi al primo turno ha disertato le urne.
Luigi Crespi